Impact | Imprese | Edizione II - 2020 / 2021

Seila

Riconvertire gli scarti in risorse

Cash wallet di 4.000 euro

Aree: Provincia di Cuneo


Seila Straws sviluppa nuove idee con un approccio multidisciplinare: lavora sui territori marginali per renderli attrattivi riconvertendo gli SCARTI agricoli in RISORSE, ovvero generando materiali da alto valore aggiunto e impatto sociale, attivando una filiera di economia circolare e 100% sostenibile.

L'intervista:

Avete a disposizione lo spazio di un tweet (280 caratteri), in cosa consiste il vostro progetto?

Seila Straws sviluppa nuove idee con un approccio multidisciplinare: lavora sui territori marginali per renderli attrattivi riconvertendo gli SCARTI agricoli in RISORSE, ovvero generando materiali da alto valore aggiunto ed impatto sociale, attivando una filiera di economia circolare e 100% sostenibile.

Quale problema avete riscontrato in provincia di Cuneo e come volete provare a risolverlo?

L’agricoltura di media-alta quota è sempre più dipendente da aiuti pubblici (PAC-UE nel 2006 40 miliardi l’anno, circa 60 dal 2013). Nonostante ciò, queste aree agricole rimangono poco redditizie. Si registra una perdita della superficie coltivata, soprattutto in montagna, e questo porta a un conseguente spopolamento (Regione Piemonte, 2020). Tutti questi fattori convergono in una spirale di marginalità (Classificazione della marginalità dei piccoli comuni del Piemonte, IRES, 2008) che porta a una riduzione del reddito e dei consumi, a un deterioramento demografico (popolazione sempre meno “attiva”) e all’indebolimento dei servizi locali, rendendo tali territori sempre più marginali. Recentemente, si sta sviluppando in parallelo un’attenzione sempre maggiore verso i temi dell’economia “verde” e circolare. In questa prospettiva territori non urbanizzati hanno il potenziale per attrarre nuova popolazione, offrendo opportunità di lavoro, in quanto aree di per sé intrinsecamente legate all’ambiente circostante e al rapporto con esso, tramite le produzioni associate direttamente alle risorse ambientali, al recupero delle tradizioni ed alla valorizzazione di processi e prodotti ad alta sostenibilità e circolarità (Rapporto Montagne, 2017).

Chi c’è dietro “Seila”? Presentateci il vostro team!

SEILA vuol dire “segale” in piemontese, è un cereale tipico delle nostre zone montane, un tempo base delle nostre comunità e oggi in declino, in parallelo allo spopolamento dei centri urbani di media-alta quota. Il nostro intento è di mettere insieme le competenze per invertire questa tendenza e ridare vitalità ed energia a questi territori. Il nostro team è composto da un biologo, un economista ambientale ed un ingegnere chimico, votati e al momento impegnati nel campo della ricerca accademica: vorremmo sfruttare le conoscenze e il know-how acquisito per sviluppare un progetto (per idee innovative) allo scopo di inserire le comunità montane più marginali in un circolo virtuoso dal punto di vista economico-sociale.

Come è nata la vostra idea?

L’idea nasce appunto dalla segale, in particolare dalla considerazione su come questo cereale, un tempo costituiva la base per un’intera economia di comunità, essendo impiegato come alimento, materiale da costruzione e da lettiera per gli animali: una comunità umana in perfetto equilibrio con la natura circostante. Questo è l’approccio che vorremmo seguire o da cui ci ispiriamo con la nostra idea: realizzare un progetto che possa dai materiali di scarto dell’agricoltura delle zone più marginali generare materiali di uso quotidiano, buoni per l’ambiente, per le comunità locali e con tecnologie innovative.

Dall’idea al progetto, quali sono i primi passi che state affrontando per avviare la vostra attività?

I primi passi da compiere sono quelli verso le nostre comunità montane: capire le problematiche da dove derivino, quali materiali siano oggi considerati scarti e quindi non sfruttati, dove ci sia lo spazio per inserire un processo di economia circolare. Il primo prototipo che vorremmo realizzare è un materiale naturale, derivante da scarti agricoli e con l’uso di colture fungine, che possa sostituire gli imballaggi in plastica e sia completamente compostabile.

Qual è l’impatto sociale che vorreste generare sul territorio della provincia di Cuneo?

La raccolta dei materiali agricoli di scarto, che sarebbero le nostre materie prime, fornirebbe un’entrata ulteriore agli agricoltori sul territorio e andrebbe inoltre a introdurre diverse azioni: una rete di logistica e di approvvigionamento di questi materiali, uno scambio di competenze/economico tra persone del luogo e aziende interessate all’acquisto dei prodotti generati dagli scarti, una rete di scambio di conoscenze e sensibilizzazione verso il tema delle tradizioni e culture locali e alla loro conservazione.

Una canzone rappresentativa del progetto?

Greenwashing – Trio.

Un libro rappresentativo del progetto?

Le Otto Montagne – Paolo Cognetti.

Le Stagioni – Mario Rigoni Stern.